Nel periodo successivo alla vittoria greca sui persiani, il panorama politico del mondo ellenico si caratterizzò per una netta divisione tra le due maggiori città-stato: Sparta, potenza terrestre, e Atene, potenza navale e commerciale. Questa divisione di sfere d’influenza garantì una relativa stabilità fino all’emergere dell’egemonia ateniese sotto la guida di Pericle, figura di spicco della politica ateniese fino al 429 a.C.
L’Atene di Pericle vide il consolidamento della democrazia e un notevole sviluppo in ambito economico, politico e culturale, diventando la città più influente del Mediterraneo. La riforma sulla cittadinanza introdotta da Pericle nel 451 a.C., che restringeva la cittadinanza ai figli di genitori entrambi ateniesi, rifletteva il desiderio di preservare i privilegi dei cittadini in un contesto di crescente apertura sociale.
La popolazione di Atene, inclusi cittadini maschi adulti, donne, bambini, meteci (stranieri residenti) e schiavi, è stimata tra i 300.000 e i 500.000 individui, rendendo Atene un crocevia di culture e un fulcro di attività commerciale e artigianale. Pericle promosse un’ambiziosa agenda di opere pubbliche, culminata nella costruzione dell’Acropoli e del Partenone, finanziata in parte dai tributi delle città alleate della Lega di Delo.
La politica estera di Pericle fu caratterizzata da un iniziale atteggiamento di sfida nei confronti dei persiani, seguito da un’accorta politica di pacificazione che culminò nella pace di Callia del 449 a.C., garantendo ad Atene il controllo dell’Egeo. I rapporti con Sparta, invece, furono costellati da tensioni che portarono alla firma della pace trentennale nel 446 a.C., un fragile tentativo di stabilizzare le relazioni greche che fallì, sfociando nella devastante guerra del Peloponneso nel 431 a.C.
La guerra, che si concluse con la sconfitta di Atene, fu un evento sconvolgente per il mondo greco, paragonabile alle guerre mondiali per la sua portata e le sue conseguenze. L’imperialismo ateniese, alimentato dall’ambizione e dal desiderio di dominio, si rivelò una delle cause principali del conflitto, evidenziando i limiti e le fragilità dell’egemonia ateniese.
In conclusione, l’età di Pericle rappresentò un’epoca di straordinario fulgore per Atene, ma anche un periodo di tensioni che preannunciarono il declino della sua supremazia nel mondo greco, lasciando un’eredità di cultura, politica e architettura che continua a influenzare la civiltà occidentale.