La storia dello spiritismo, quella peculiare miscela di religione e scienza, fede e mistero, è una trama intricata che si dipana nel corso di secoli. Tuttavia, è nel XIX secolo che questa pratica, antica quanto l’uomo, ha trovato un terreno fertile in cui fiorire, trasformandosi da pratica oscura e spesso perseguitata a fenomeno di massa.
Il desiderio di comunicare con i morti, una costante nella storia umana, ha sempre trovato espressione in varie culture, dalle antiche civiltà della Mesopotamia fino alle tradizioni cinesi e greche. Tuttavia, nelle tradizioni giudaico-cristiane, questo desiderio si scontrava con il divieto di consultare i morti, come attestato in numerosi passi dell’Antico Testamento.
Nel XIX secolo, però, questo tabù subì una trasformazione radicale. In America, due giovani sorelle, Maggie e Kate Fox, divennero le protagoniste involontarie di questa rivoluzione spirituale. Nel 1848, a Hydesville, New York, le sorelle Fox affermarono di comunicare con lo spirito di un venditore ambulante assassinato, dando vita a un fenomeno che avrebbe presto catturato l’immaginario collettivo. Questa forma di “comunicazione” con i morti si guadagnò l’interesse del pubblico grazie alla sua apparente coniugazione di scienza e religione, in un’epoca in cui il telegrafo rappresentava la frontiera della comunicazione umana.
La diffusione dello spiritismo non si limitò agli Stati Uniti. In Inghilterra e in Francia, il movimento attrasse non solo le classi rurali ma anche intellettuali, scienziati e aristocratici. In Francia, Allan Kardec, con il suo “Libro degli Spiriti”, introdusse il concetto di reincarnazione nello spiritismo, diffondendone la pratica in tutta Europa e oltre.
Lo spiritismo trovò un terreno particolarmente fertile in America durante la Guerra Civile, quando famiglie in lutto cercavano conforto nelle sedute spiritiche per contattare i soldati caduti. La popolarità del movimento, che contava milioni di adepti, continuò a crescere fino all’inizio del XX secolo, per poi conoscere una rinascita dopo la Prima guerra mondiale e la pandemia di influenza spagnola.
Le sedute spiritiche, prive di strutture formali, erano eventi intimi e personali, dove i medium tentavano di stabilire un contatto con lo spirito attraverso vari metodi, come la psicografia o la pneumatografia. Tra i medium più famosi, Leonora Piper di Boston attirò l’attenzione della comunità scientifica, inclusa quella del psicologo William James.
Nel frattempo, anche la fotografia divenne uno strumento attraverso cui si cercava di catturare l’immagine degli spiriti, con fotografi come William Mumler che affermavano di poter immortalare gli spiriti insieme ai vivi.
Tuttavia, lo spiritismo non fu esente da critiche e scetticismo. Scienziati come Michael Faraday sfatarono miti come quello dei “tavoli girevoli”, dimostrando che i fenomeni attribuiti agli spiriti erano spesso il risultato di risposte ideomotorie involontarie. Inoltre, le ammissioni di frode da parte di figure come Maggie Fox, che confessò di aver inscenato i colpi uditi durante le sedute spiritiche, inflissero un duro colpo alla credibilità del movimento.
Forse la più sensazionale delle denunce contro lo spiritismo venne dall’illusionista Harry Houdini. La sua amicizia con Sir Arthur Conan Doyle, fervente sostenitore dello spiritismo, si deteriorò quando Houdini iniziò a denunciare pubblicamente le pratiche dei medium come frodi. Le sue indagini e le sue dimostrazioni pubbliche contribuirono a smascherare numerosi trucchi utilizzati nei circoli spiritici, portando allo scoperto le manipolazioni e le illusioni dietro queste sedute.
La storia dello spiritismo, quindi, è un racconto di continua tensione tra fede e ragione, speranza e scetticismo. Mentre per alcuni rappresenta una fonte di conforto e una connessione con un mondo al di là della comprensione umana, per altri rimane un esempio di come il desiderio di credere possa talvolta superare il rigore della verifica scientifica. In questa lotta tra credulità e scetticismo, lo spiritismo rimane un capitolo affascinante e complesso nella storia della cultura umana.